Il commento di Mario Baronci, Head of Multi Asset di Quaestio Capital.
25 Feb 2022
Mario Baronci, Head of Multi Asset
Le tensioni geopolitiche caratterizzeranno gli scenari a venire: è cinico osservare che all’aumentare del prezzo delle materie prime è seguito quasi invariabilmente un aumento delle tensioni nelle zone calde (Hezbollah vs Israele, Sunniti vs Sciiti, Turchia vs Kurdistan…), tensioni che possono essere meglio finanziate.
La Storia non si ripete ma rima, si dice: all’abbandono della Siria da parte degli Usa è seguito dopo qualche mese il caos in Libia e dopo il ritiro dall’Afghanistan era quasi scontato aspettarsi qualche nuovo evento.
Nihil sub sole novi
Cinismo per cinismo a chi giova una guerra vera e propria in Ucraina? Se guardiamo agli eventi recenti la Russia è maestra nel congelare gli stati di semi-belligeranza: la situazione attuale non è affatto dissimile dagli eventi in Ossezia nel 2008, una quasi-guerra fra Russia e Georgia. Da allora la situazione non si è composta, si è solo cristallizzato lo stallo.
Pensiamo sia lo sbocco più probabile anche per la crisi Ucraina: confronti limitati all’inizio e poi il congelarsi dello status quo.
Per paradosso sul mercato grava maggiormente l’incognita sull’inflazione e sulle funzioni di reazione delle Banche Centrali.
L’Economia Comportamentale (e la prassi) prevede che il mercato possa confrontarsi con massimo due problemi alla volta: al palesarsi di un problema supplementare invariabilmente il grado di avversione al rischio degli investitori cresce. Siamo quindi nella situazione limite: preferiamo gestire il portafoglio meno esposti, con convessità garantita dalle opzioni in portafoglio che in caso di forte storno farebbero ulteriormente calare l’esposizione azionaria.
Per qualche mese dovremo convivere con questa situazione di volatilità sostenuta: solo un decremento dell’inflazione dovuto al passare del tempo (effetto-confronto) e al venir meno dei colli di bottiglia dal lato dell’offerta potrebbe creare sollievo e diminuire, in modo consistente, il grado di avversione al rischio.
Le tensioni geopolitiche in Ucraina non dovrebbero sfociare in una guerra totale e cristallizzarsi, mentre via via maggiore importanza relativa sarà assunta dalle variabili macro, monetarie in primis.
Al momento stiamo gestendo tutti i portafogli, quelli con benchmark come quelli a ritorno assoluto, con un grado di rischio fortemente ridotto.
In particolare, il presidio rappresentato dalle opzioni Put, all’interno del nostro portafoglio di copertura, si è dimostrato particolarmente efficace per attutire la discesa dei mercati azionari che, al momento della redazione di questa breve nota, perdono in media l’11% da inizio anno.
La posizione sulla duration, estremamente ridotta, ha consentito di limitare le perdite anche sui mercati obbligazionari che in media sono negativi per circa il 3% da inizio anno.
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